COMUNE DI VILLA SANTO STEFANO

Con la pubblicazione della presente guida l’Amministrazione Comunale di Villa Santo Stefano intende anzitutto ringraziare la Regione Lazio per aver creduto nel progetto che ha espresso “l’idem-sentire” dei tre Paesi delle “Terre di Camilla” e conferma il percorso di recupero delle proprie identità, delle proprie radici, delle proprie specificità e della propria storia.

Essere partner del predetto progetto ci rende orgogliosi perchè ci fa condividere con i Paesi delle “Terre di Camilla” un itinerario culturale volto a valorizzare il nostro territorio, ricco di tradizioni storiche, conosciute ed apprezzate non solo in Italia, ma anche all’estero, dove i nostri emigranti, con i loro figli e nipoti, le rinnovano e le tramandano. Questi ultimi, infatti, sono costantemente in contatto, attraverso i canali telematici, con la nostra realtà, attraverso internet, i social media ed il periodico comunale “La voce di Villa”.

Ci teniamo a ribadire che il nostro Paese continua a beneficiare di un nuovo Rinascimento, consapevole che solo attraverso la ricerca del suo passato potrà vivere con orgoglio il presente, rafforzando cosí il senso di appartenenza alla Comunità.

Come Amministratori rinnoviamo la nostra gratitudine a coloro che, sacrificando parte del loro tempo alla ricerca archivistica della storia locale, contribuiscono al recupero delle sue memorie, ed allevarie associazioni presenti nel territorio, che con le loro innumerevoli iniziative culturali ed enogastronomiche continuano a far conoscere il nostro Paese, favorendo un turismo consapevole e sempre più esigente nella ricerca di un “prodotto di eccellenza”.

Certamente ad oggi “La Panarda”, antica tradizione risalente al 1600, fortemente sentita dalla popolazione devota a San Rocco, resta il maggiore attrattore per il nostro Paese, e nel corso degli anni si è arricchita di nuovi contenuti volti a promuovere ed incentivare maggiormente l’afflusso dei turisti ed il ritorno dei Santostefanesi emigrati con i familiari dell’ultima generazione.

Negli ultimi tempi sono proliferate le iniziative che intendono far conoscere il nostro Paese durante l’intero arco dell’anno, offrendo proposte variegate e degne di interesse, con l’obiettivo di diventare “attrattori permanenti” del territorio grazie alla rete dei Comuni anche nei periodi di minore afflusso turistico. Questa nuova organizzazione delle “buone pratiche” da tempo poste in essere con reciprocità all’interno della rete di Camilla, porterà ricadute positive nel tempo sull’economia locale anche grazie alla campagna di informazione avviata.

Nell’anno dedicato ai “borghi”, è motivo di orgoglio essere stati apprezzati e premiati per i contenuti e per le idee con le quali i Paesi delle “terre di Camilla”intendono mostrare il meglio di sé nel valorizzare un percorso già tracciato, che va dal turismo religioso a quello culturale, archeologico e naturalistico, che ad oggi già si riscontra nei costanti flussi turistici già presenti a Fossanova e Valvisciolo e sulla via Francigena.

Siamo qui per affrontare e risolvere insieme le difficoltà che impediscono lo sviluppo pieno del nostro piccolo centro, ottimizzando le risorse e creando un sistema sostenibile costituito dalle “Terre di Camilla”, dove il territorio diventa una ricchezza ed una opportunità, capace di offrire a tutti coloro che vorranno visitarlo,“la propria autenticità, unicità e bellezza”.

Giovanni Iorio – Sindaco di Villa Santo Stefano

Franca Colonia – Assessore alle Politiche culturali

Storia Arte Cultura

Villa Santo Stefano, anticamente Santo Stefano o meglio Sancto Stephano de Valle Sancti Michaelis, sorge ai piedi dell’ultima propaggine dei monti Lepini a m. 204 s.l.m. Il suo territorio fu frequentato dall’uomo fin dalla preistoria, come hanno testimoniato i reperti litici di Colle Formale, la Macchia e Punta la Lenza.

Se incerte sono le tracce d’insediamenti durante la protostoria di sicuro era abitato in epoca volsca, con insediamenti sparsi tra il monte e la piana dell’Amaseno, in particolar modo attorno all’area di S. Giovanni in Silva Matrice. Dell’epoca romana troviamo testimonianze nelle zone di Colle Formale, S. Giovanni in Silvamatrice, S. Maria la Stella, Valcatora e Campo.

Verso il IX secolo d.C. la popolazione sparsa nelle campagne trovò rifugio nella zona attuale attorno al primo fortilizio costruito dai De Ceccano e che in seguito verrà denominato la Rocca. Sui ruderi della rocca sorgerà, in epoca moderna, l’attuale palazzo detto volgarmente “del Marchese”.

Tra il IX e il X secolo d. C. il paese fu circondato da forti mura, divenendo così una “Terra murata” dove al suo interno sorsero la chiesa principale dedicata a Santo Stefano, che in seguito fu rinominata S. Maria Maggiore, mentre l’interno della rocca custodiva la chiesa medievale di S. Sebastiano, la quale, una volta distrutta la rocca, venne ricostruita fuori le mura, non molto lontano dalla prima.

Poco distante dalla chiesa di Santo Stefano, addossata alle mura, sorgeva la medievale chiesa di S. Pietro dove nel secolo XVII sorse la Confraternita della Misercordia, che gestiva anche un piccolo ospedale. Sempre nell’interno vi erano la casa comunitativa, le carceri, il forno e il montano.

Nel territorio extraurbano sorsero, in varie epoche, le chiese rurali di S. Maria de Stella, S. Giovanni in Silvamatrice, S. Antonio, S. Maria ad Nives ed altre cappelle minori, e, in epoca moderna, il Santuario della Madonna dello Spirito Santo.

Il 29 luglio del 1408 in S. Stefano fu stilato un importante trattato di pace tra i signori di Ceccano, Stefano ed Antonio e i loro consanguinei Cola e Bello, e Bonifacio Caetani. Passato alla famiglia Conti, il feudo verrà venduto da Alto Conti, il 31 gennaio del 1425, ai signori Antonio, Prospero ed Odoardo Colonna. I Colonna saranno i baroni di S. Stefano, con le alterne note vicende, fino al 1816, anno in cui i detti signori rinunceranno a tutti i loro feudi. Fra i personaggi illustri di Santo Stefano ricordiamo i notai medievali Rainaldo Giovanni e Nicola Bianco, Pietro e Giacomo Rosso, Gregorio Melioris.

Santostefanesi erano anche: Marco Martino, che fu al seguito di Marcantonio II Colonna, il Trionfatore di Lepanto e di suo figlio Fabrizio; Pomponio Palombo, pittore, mecenate ed umanista; Antonio Filippi, notaio e direttore dell’Ospedale della Misericordia in Roma, ed in epoca più recente: il Cardinale Domenico Iorio, Prefetto della Sacra Congregazione dei Sacramenti che lasciò al suo paese un asilo infantile, sorto presso l’edificio dell’ex frantoio Colonna, oggi di proprietà comunale e sede di un centro socio culturale polifunzionale a Lui dedicato; Padre Augusto Lombardi direttore del P.I.M.E, Don Giuseppe De filippi, Padre Generale dell’Ordine dei Pallottini ed Arthur Iorio autore di “Villa Santo Stefano, storia di un paese del Basso Lazio attraverso i secoli”, opera fondamentale di storia locale.

Villa S. Stefano ha avuto sempre un’economia povera, basata sull’agricoltura e sulla pastorizia, ha conosciuto la diaspora dell’emigrazione, ma sempre i suoi abitanti sono rimasti attaccati alle proprie radici culturali che manifestano, in modo tutto particolare, nei festeggiamenti in onore dell’Assunta e di S. Rocco, culminanti nella caratteristica ed antica usanza della Panarda, distribuzione di pane e ceci il giorno di S. Rocco.

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Itinerari turistici

Punti d'interesse

Torre di Metabo
Torre del Municipio
Santuario dello Spirito Santo
Processione di San Rocco
Piazza del Mercato
Palazzo Marchese di Giacomo Iorio
Palazzo Colonna
Collegiata Santa Maria Assunta
Chiesa di San Sebastiano
Cascatelle delle Mole
Arco delle ceneri e belvedere
Acquasantiera